Chi ha esperienza di coaching concorda sul fatto che le disparità di autoconsapevolezza sono fondamentali per il successo o il fallimento. Chi dimostra consapevolezza di sé ha più successo nella propria carriera e guida team più efficaci e impegnati. Senza consapevolezza di sé, le persone non possono assumere la prospettiva di un altro, esercitare l'autocontrollo o mantenere relazioni efficaci sul lavoro. La mancanza di autoconsapevolezza è anche una componente chiave dell'incapacità di adattarsi e cambiare, ed è alla base del pregiudizio di autoservizio. Tendiamo a non apprezzare le persone che non capiscono come si presentano nella vita e come influenzano gli altri.
Sebbene le valutazioni della personalità e i feedback basati sui dati possano superare queste sfide, lo stato attuale del settore frena la promessa di questi strumenti.
È cresciuta un'industria che si occupa di fornire alle persone feedback e comprensione di sé: Sono disponibili sondaggi a 360º, rapporti sulla personalità e coaching. Per massimizzare i profitti, questi metodi sono progettati per essere complessi, gergali, esclusivi e molto costosi. Fanno leva sulla tendenza umana a rispettare il lavoro di tecnologi rivestiti di laboratorio che giocano con i recessi della nostra psiche. Purtroppo, queste aziende si comportano come corporazioni, limitando l'accesso all'élite dei dirigenti dipendenti che possono permettersi questi servizi ad alto contatto.
Inoltre, la parola "valutazione" è essa stessa un ostacolo alla consapevolezza di sé. A nessuno piace essere sottoposto a un test e inserito in una scatola, soprattutto quando non riceve alcun feedback in cambio. Purtroppo questo è ciò che fanno gli strumenti di valutazione tradizionali. Questi strumenti si limitano a estrarre dati dalle persone in cerca di lavoro e dai dipendenti, senza restituire alcun feedback significativo e consigli per il loro sviluppo. Inoltre, considerano le persone come statiche e immutabili, semplificando eccessivamente la realtà del comportamento umano. Questo approccio massimizza i profitti dei fornitori che cercano di "prevedere le prestazioni", ma fa poco per far crescere il talento e la consapevolezza di sé.
Dovremmo invece costruire strumenti coinvolgenti e partecipativi che democratizzino l'autoconsapevolezza e siano accessibili come Netflix e Instagram. La personalità non è una profezia. Dovremmo affrontare la valutazione della personalità come una base per lo sviluppo che aiuti le persone a diventare la migliore versione di se stesse, non come una previsione di come ci si comporterà per il resto della vita.
Se riusciamo a rimuovere le barriere all'autoconsapevolezza e a utilizzare le moderne tecnologie e i metodi di valutazione in modo equo e trasparente, possiamo iniziare a capire meglio noi stessi e gli altri.
Quando si tratta di riprogettare gli strumenti di valutazione, ponetevi queste domande:
- L'esperienza dell'utente è davvero coinvolgente e priva di attriti, oppure è lunga, macchinosa e complicata?
- Il processo è trasparente e partecipativo, oppure opaco e ambiguo?
- State fornendo agli utenti un feedback e degli insight significativi?
- Lo strumento promuove l'equità e l'inclusività attraverso la scalabilità dell'intera azienda, oppure è eccessivamente costoso e riservato solo ai dirigenti più anziani?
- Il feedback è relazionabile e facilmente comprensibile o richiede un coach costoso per essere interpretato?